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Caldo, crolla la produzione di miele nelle Marche -50% nel 2018

Boom di importazione di miele da Ungheria, Romania, Polonia e Cina. Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alle etichette per essere sicuri di acquistare miele del territorio, garanzia di qualità e produzione naturale

ANCONA – Oltre il 50% di miele in meno nelle Marche. Sono queste le stime diffuse da Coldiretti sulla base di un primo monitoraggio degli alveari sparsi nelle Marche. Il caldo “brucia” la produzione di miele in tutta Italia, dove il crollo tocca punte dell’80%. Caldo record, alternato a tempeste di acqua, grandine e vento, dopo una primavera fredda e piovosa, hanno condizionato il lavoro delle api e aggravato il già pesante deficit registrato nel 2017 quando la produzione di miele Made in Italy è risultata pari a circa 10 milioni di chili, uno dei peggiori risultati della storia dell’apicoltura moderna.

Una situazione che, come rileva Coldiretti, apre la strada alle importazioni da altri paesi che già nel primo quadrimestre del 2018 hanno fatto segnare un vero e proprio boom del +32% per un totale di oltre 9,4 milioni di chili in particolare dall’Ungheria (+64%), dalla Romania (+46%), dalla Polonia (+34%) e dalla Cina (+19).

In Italia due barattoli di miele su tre arrivano dall’estero, proprio in un periodo in cui cresce del 5,1%  il consumo da parte delle famiglie italiane (analisi Coldiretti su dati Ismea relativi al 2017).

Tommaso Di Sante presidente Coldiretti Marche

«Le api sono formidabili sentinelle ambientali – spiega Tommaso Di Sante, presidente Coldiretti Marche – e il miele prodotto nelle nostre campagne resta garanzia di salubrità, visto anche che volano in una delle regioni più votate al biologico d’Italia. Meglio diffidare di prodotti di dubbia provenienza o in arrivo dall’estero dove ci sono meno controlli sulla corretta produzione degli alimenti. Per questo viene in soccorso l’etichettatura che indica l’origine del miele: la parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della UE”.

Se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della UE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della UE”. Miele ma anche polline, pappa reale e propoli vanno a ruba nei nostri mercati di Campagna Amica per la bontà del prodotto che ha effetti benefici per le sue proprietà nutritive e perché le persone sono certe, grazie a quel patto di fiducia con i consumatori che abbiamo stretto da anni, di acquistare un alimento salubre prodotto in maniera naturale».

I numeri
Nelle Marche sono circa 2309 gli apicoltori, dei quali solo 773 lo fanno per professione. Ancona conta il maggior numero di produttori professionisti, mentre Pesaro è leader nell’autoconsumo. Nella provincia di Ancona sono 236 i professionisti, 196 nelle provincie di Macerata e Pesaro, 72 nel fermano e 73 nell’ascolano. Nell’ambito dell’autoconsumo 445 apicoltori si trovano nella provincia di Pesaro, 439 nella provincia di Ancona, 312 in quella di Macerata, 107 nella provincia di Fermo e 233 in quella di Ascoli Piceno.

La produzione regionale di miele riguarda principalmente Millefiori estivo (15 kg/alveare), Erica (10 kg/alveare), Millefiori primaverile (7-10 kg/alveare), Castagno (6 kg/alveare) e Acacia (4 kg/alveare).

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