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Altro calo a due cifre per il distretto di Fabriano in materia di export, lo studio di Intesa Sanpaolo

Questa performance trascina al ribasso il dato complessivo regionale. Questo quanto emerge dallo studio di Intesa Sanpaolo sull’export dei distretti industriali delle Marche, le cifre, i dati e i commenti

Una veduta di Fabriano
Una veduta di Fabriano

FABRIANO – Altro calo a due cifre per il distretto di Fabriano in materia di export. Questa performance trascina al ribasso il dato complessivo regionale. Questo quanto emerge dal report di Intesa Sanpaolo sull’export dei distretti industriali delle Marche.

Un 2017 in calo per l’export dei distretti delle Marche, con una variazione negativa pari al 4,3%. Un dato peggiore rispetto al manifatturiero della Regione, -1,9%, beneficiato del buon andamento della meccanica e della chimica che hanno mitigato gli effetti restrittivi di farmaceutica ed elettrodomestici. A rallentare l’export distrettuale regionale la frenata subita sia sui mercati maturi (-5,3%), specialmente da Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Germania, sia sui mercati emergenti (-2,8%), dove però spiccano le ottime performance conseguite in Russia, quarto mercato di sbocco dei distretti marchigiani che registra una crescita a doppia cifra (+16,7%). Molto bene anche l’andamento dell’export in Cina. Pesa il calo dell’export verso la Romania, la Bulgaria, la Repubblica Ceca, l’Arabia Saudita e l’India.

Dall’analisi per singolo distretto, spicca la cattiva performance di Fabriano. Le esportazioni si riducono del 20,1% per le cappe aspiranti ed elettrodomestici. Anche per il settore cartario di Fabriano, il 2017 si chiude con dati in negativo, -9,4%  a causa sia della decisione della Banca centrale indiana di non acquistare più cartamoneta dall’Italia, sia della forte riduzione della domanda di carta per la stampa di banconote da parte della BCE.

Dunque, a conti fatti solo due distretti marchigiani su nove crescono nel 2017: le macchine utensili e per il legno di Pesaro (+7,2%) e la pelletteria di Tolentino (+0,3%). In calo, le calzature di Fermo, -1,7%, l’abbigliamento marchigiano -1,9%, in calo la jeans Valley del Montefeltro -2,5%, le cucine di Pesaro -0,5%, gli strumenti musicali di Castelfidardo -1,3%.

Secondo Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, «alcuni elementi portano a pensare che le filiere distrettuali marchigiane possano tornare su un sentiero di crescita. Il tessuto produttivo italiano e distrettuale ha però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di «impresa 4.0», che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari, software e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente «4.0», con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle soluzioni già presenti sul mercato. Intesa Sanpaolo è pronta a sostenere gli investimenti nelle Marche, come dimostrano i 212 milioni di finanziamenti a medio-lungo termine già erogati nel primo trimestre del 2018, di cui 129 alle imprese e 83 alle famiglie».

Secondo, Massimiliano Polacco, vicepresidente Camera di Commercio di Ancona, tre asset fondamentali, «per evolvere occorre internazionalizzare e per farlo bisogna muoversi sulle direttrici di logistica, integrazione con il territorio e turismo. Da soli non si evolve, e i tempi e i mercati richiedono quella velocità e capacità di fare rete, in tutti i sensi, che potrà portarci a emergere con le eccellenze produttive (ma anche naturalistiche, artistiche, enogastronomiche) che sono connaturate ai nostri territori».

Infine, Diego Mingarelli, presidente Piccola Industria di Confindustria Marche, «sono sempre più numerosi i casi di imprese “eccellenti”, dinamiche, che riescono a crescere in modo significativo costruendo partnership in mercati lontani, contaminandosi con nuove idee, riorganizzandosi in un’ottica di maggiore snellezza ed efficienza, lavorando sempre più in filiera, e a competere a livello internazionale. L’impegno di Confindustria e Intesa Sanpaolo è proprio quello di favorire un nuovo modo di fare impresa e di accompagnare le aziende nei loro percorsi di crescita qualitativa e di innovazione».

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