Ancona-Osimo

La storia? Questa sconosciuta

Urlo-Mensile di resistenza giovanile diretto da Giampaolo Milzi ha condotto un test per sondare la preparazione dei ragazzi sulla storia del '900. Inquietante l'esito, come lo definisce lo stesso giornalista

Milzi e una parte del suo team

ANCONA – I ragazzi sono davvero preparati sulla storia del ‘900? A quanto pare la risposta sembra essere un secco no. È quanto emerge dal test condotto dal team di Urlo-Mensile di resistenza giovanile, la storica rivista indipendente diretta dal giornalista Giampaolo Milzi, su 100 ragazzi diplomati in 18 diverse scuole della Provincia di Ancona. Un argomento, la storia, che sta particolarmente a cuore al giornalista che da anni racconta vita culturale, usi e costumi, nonché criticità del capoluogo dorico. Dieci le domande alle quali hanno risposto i ragazzi, 55 maschi e 45 femmine, di cui 71 studenti universitari, 25 lavoratori, 3 disoccupati e 1 lavoratore-studente part time, di età compresa tra i 18 e i 27 anni.

Tra i quesiti posti: In che anno iniziò la partecipazione dell’Italia alla prima Guerra Mondiale? Il regine fascista discriminò e perseguitò gli ebrei, a partire dal 1938 quando furono approvate le leggi razziali?  Cosa recita il 1° articolo della Costituzione italiana? Che significa l’espressione “anni di piombo”?

La pagina di Urlo, in cui Milzi commenta l’esito del sondaggio

Sorprendenti le risposte dei ragazzi che ne hanno sparate davvero di grosse, come scrive Milzi nella sua rivista. Se è vero che «14 tra i ragazzi e le ragazze hanno risposto correttamente a tutte e 10 le domande – scrive il giornalista – e che 17 hanno fatto centro su 9 quesiti, e 15 su 8»,  complessivamente sono state 281 le risposte scorrette, delle quali 175 valutate come gravi.
Un dato significativo che evidenzia importanti lacune nella preparazione. Colpa di un «decadimento culturale e dell’informazione che sta portando a fenomeni di qualunquismo e di imbarbarimento culturale che tocca anche i giovani», sottolinea Milzi, che insieme al suo team ha focalizzato il test sul ‘900 perché «ricco di accadimenti di grande importanza» di cui si vivono ancora oggi gli effetti.  Un periodo storico che dovrebbe costituire «un faro per la vita futura», per fare tesoro degli errori del passato e trarre ispirazione dalle cose buone realizzate.

Insomma una cartina al tornasole particolarmente significativa di come né a scuola, né in famiglia e neanche nei rapporti sociali i ragazzi riescano ad avere la formazione minima necessaria sugli accadimenti storici più importanti dell’ultimo secolo. Milzi pone l’accento sulla necessità di attuare una riforma scolastica che preveda l’aggiornamento dei programmi di studio, in modo da «mettere i docenti nella condizione di non essere costretti ad operare tagli a parti fondamentali della storia più recente, come dimostra l’esito della nostra inchiesta».

Indicative di lacune importanti ad esempio le risposte scorrette date sull’anno in cui l’Italia è entrata in guerra o sull’applicazione delle sanzioni contro gli ebrei: «Questo significa che il nostro paese non ha ancora fatto i conti con un passato importante, così come dimostrato dalle risposte sul risorgimento o sugli anni di piombo». Milzi evidenzia la necessità di una maggiore selezione degli insegnanti e di indicazioni ministeriali sui programmi, anche se, come precisa, «il problema è che la storia va studiata specie quella del 900», auspicando «tagli su altri anni». Tra gli imputati anche l’uso smodato di internet e dei social da parte dei ragazzi, che in questo modo sono maggiormente esposti alle fake news.

 

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