Ancona-Osimo

Sanità regionale, Busilacchi: «Meno ospedali per acuti e più sanità territoriale»

Secondo il consigliere occorre pensare a un'azienda sanitaria per ogni provincia e a una sola azienda ospedaliera con sede ad Ancona. A breve la proposta di legge

sanità, medicina, dottori

ANCONA – Rivedere l’architettura istituzionale della sanità marchigiana mettendo in discussione l’Asur e prevedendo Aziende sanitarie provinciali. È questa la proposta del consigliere regionale di Art.1-Mdp, Gianluca Busilacchi, lanciata in occasione dell’incontro “Per una Sanità pubblica a misura di cittadino”, tenutosi sabato 9 febbraio ad Ancona.

Una provocazione al mondo politico, quella del consigliere regionale, che punta a spostare l’attenzione dagli ospedali per acuti alla sanità territoriale. «Oggi l’impianto della sanità regionale è costituito dall’Asur e da tre aziende ospedaliere tradizionali: Torrette, Marche Nord e Inrca – spiega Busilacchi – forse, invece, è il caso di pensare a un’azienda sanitaria per ogni provincia e a una sola azienda ospedaliera con sede nel capoluogo. L’unica tra l’altro che ha i requisiti del Decreto Ministeriale 70/2015 (relativo all’assistenza sanitaria)».

Il convegno sulla sanità regionale
Da sinistra il dottor Giusepppe Zuccatelli e il consigliere Gianluca Busilacchi

Busilacchi esprime forti perplessità sul piano socio sanitario presentato dalla Giunta regionale, caratterizzato, secondo il consigliere da «diverse lacune e forti limiti di impostazione complessiva».
«Mancano dati che giustifichino le scelte di programmazione contenute nel piano – spiega – in questo modo si rischia di continuare a dare possibilità di operare scelte discrezionali nell’ambito del rapporto tra reti ospedaliere, distretti e presidi unici. Occorre individuare una chiara direzione circa la politica sanitaria da seguire».

L’obiettivo di Busilacchi è quello di porre maggiormente le conoscenze e le competenze degli operatori sanitari al centro delle scelte politiche rispetto a quanto fatto finora, «affinché anche i tecnici diano indicazioni alla politica e non solo viceversa».

Secondo il consigliere infatti negli ultimi anni «la politica da un lato ha favorito una errata competizione localistica tra territori, che non facilita una corretta programmazione sanitaria che sia davvero regionale, dall’altro si è assistito a livello nazionale a una divaricazione tra i sistemi sanitari regionali, al punto che oggi si può quasi parlare di cancellazione del sistema sanitario nazionale e della presenza di 20 sistemi sanitari regionali. Scelte errate – precisa Busilacchi – operate dagli ultimi governi, sia di centrodestra che di centrosinistra».

«Le Regioni sono state abbandonate politicamente – incalza il consigliere – e questo ritiro del pubblico ha portato a una strisciante privatizzazione della sanità».

Una proposta, quella di Busilacchi, che assicura non rimarrà sulla carta: il documento infatti approderà presto al direttivo regionale di Art.1-Mdp e successivamente sarà formalizzato in una proposta di legge regionale.

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