Ancona-Osimo

Rifugiati: nelle Marche equipe specializzata per assistenza sanitaria

Il team multidisciplinare per l'assistenza sanitaria ai rifugiati, vittime di tortura e violenze fisiche o psicologiche, è nato tre anni fa nell’Area Vasta 2 di Senigallia. Ora è stato riconosciuto ufficialmente dalla Regione

Un team di medici per assistere e curare i rifugiati che hanno subito torture, stupri e altri tipi di violenza psicologica, fisica o sessuale. È questa l’equipe multidisciplinare specializzata, istituita nei giorni scorsi dalla direzione generale Asur, con una determina del 9 febbraio.

La Regione Marche ha recepito così le linee guida ministeriali, per tutelare le vittime di eventi traumatici che chiedono protezione internazionale, attraverso interventi di assistenza, riabilitazione e trattamento dei disturbi psichici e fisici dei rifugiati, in attuazione a quanto previsto nel Decreto legislativo n.18/2014.

Un percorso di assistenza alle vittime che pone un’attenzione particolare a donne e bambini, i soggetti più vulnerabili alle violenze. Uomini e donne, costretti ad abbandonare il proprio paese di origine per sfuggire a persecuzioni o violenze causate da guerre o conflitti civili, che li rendono soggetti a sviluppare sindromi psicopatologiche.

Fabrizio Volpini, presidente della Commissione Sanità della Regione Marche

L’equipe multidisciplinare per i rifugiati è stata istituita nell’Area Vasta 2, nella città di Senigallia perché, come spiega Fabrizio Volpini, presidente della IV Commissione Sanità Regionale «era stata fondatrice, qualche anno fa, del Network Italiano delle città Interculturali, una rete europea fondata sullo scambio di buone prassi sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. Questo ha creato sul luogo delle sensibilità nell’affrontare questi temi, che hanno poi portato alla realizzazione di questo servizio».

Un team di specialisti, operativo già da circa tre anni nell’assistenza ai rifugiati e che ora è stato ufficialmente riconosciuto dalla Regione Marche, con la determina dei giorni scorsi. «Questo è solo il primo passo di una serie di azioni che dovranno essere attuate e non una risposta occasionale – precisa  Volpini – l’assistenza ai rifugiati sarà presto implementata, perché il fenomeno immigratorio non è emergenziale ma strutturale. Un servizio che viene erogato a costo zero per il Sistema Sanitario Regionale, perché l’attività rientra nell’ambito dell’orario di lavoro dei medici che vi collaborano e senza il ricorso a ore di straordinario».

Nell’equipe, uno specialista in psichiatria del dipartimento di Salute mentale di Senigallia, uno specialista in Medicina legale e uno specialista in Dermatologia, con competenze nelle lesioni della cute, entrambi facenti capo al distretto di Senigallia. L’equipe, in caso di necessità, potrà collaborare con altri clinici presenti nelle strutture ospedaliere e territoriali.

«L’obiettivo – spiega Volpini – è tutelare chi è in condizioni di vulnerabilità e per far questo sono necessarie sinergie e competenze diverse. Ecco il perché dell’approccio multidisciplinare, con la possibilità di ricorrere ad ulteriori consulenze specialistiche, per garantire un’assistenza sanitaria adeguata a casi che presentano problemi particolari. Bene ha fatto l’Asur – conclude il presidente Volpini – ad emanare questo protocollo in un momento così delicato perché le persone sono sempre persone al di là del loro Paese di provenienza e del colore della loro pelle».

 

 

 

 

 

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