Ancona-Osimo

Post sisma, siglato protocollo d’intesa. Sottani: «La legalità non rallenta la ricostruzione, la accelera»

Questa mattina ad Ancona la firma del documento che sancisce una stretta collaborazione fra le strutture dello Stato e le forze dell'ordine. Il Procuratore generale presso la Corte d'Appello parla di «una svolta rispetto al passato»

Da sinistra Sergio Sottani, Federico Cafiero De Rhao, Antonio D'Acunto, Carmine Valente, Vito Crimi e Piero Farabollini

ANCONA – Gruppi interforze nei cantieri, un’anagrafe delle imprese per contrastare le infiltrazioni mafiose nell’ambito della ricostruzione post sisma, ma anche scambio di informazioni e lavoro di squadra. È questo il dna del protocollo d’intesa siglato oggi, giovedì 28 febbario, nel capoluogo, dal prefetto di Ancona Antonio D’Acunto, dal procuratore generale presso la Corte d’appello Sergio Sottani, dai prefetti e procuratori di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, dal commissario straordinario del Governo Piero Farabollini, dal coordinatore della struttura in missione prefetto Carmine Valente e dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rhao.

Un protocollo di grande importanza che mostra «la forza dello Stato contro le infiltrazioni mafiose», ha detto il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto. Un documento, base di una collaborazione forte fra le strutture dello Stato, come ha spiegato il procuratore nazionale antimafia: «Lo Stato è forte ed efficiente se si muove in modo unitario». Cafiero De Rhao ha poi sottolineato l’importanza delle forze dell’ordine nel rilevare e bloccare tempestivamente infiltrazioni mafiose nei cantieri attraverso gruppi interforze. «Prevenzione e repressione sono due canali paralleli che si sostengono a vicenda», ha detto.

Da sinistra Federico Cafiero De Rhao, Antonio D’Acunto, Carmine Valente, Vito Crimi e Piero Farabollini
«La legalità non rallenta la ricostruzione, ma la accelera perché favorisce gli imprenditori sani che la velocizzano» ha detto il Procuratore generale presso la corte d’appello Sergio Sottani. «Lo stato c’è» ha precisato evidenziando che il protocollo è il risultato di un lungo lavoro. Sottani ha posto l’accento sullo scambio informativo e sul lavoro di squadra nell’ambito della prevenzione e repressione, spiegando che il protocollo sottoscritto rappresenta un punto di svolta rispetto al passato e «un’attività virtuosa specie quando si parla di mafia».
Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rhao e il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto

Il direttore della struttura in missione, prefetto Carmine Valente ha evidenziato che nelle Marche sta per arrivare una mole ingente di denaro che potrebbe far gola alla criminalità. Un fatto che impone la necessità di un controllo stringente e urgente sugli appalti. Valente ha posto l’accento sull’istituzione dell’anagrafe degli operatori coinvolti nella ricostruzione che garantirà un controllo più approfondito rispetto alla legge antimafia, dal momento che non sfuggiranno al controllo neanche le operazioni più piccole.

Le sanzioni saranno emesse in collaborazione con il prefetto e la Dia (Direzione investigativa antimafia). «Le Marche saranno presto un grande cantiere» ha detto sottolineando l’importanza dei controlli. Le imprese che iscritte alla’anagrafe sono tutte controllate e sono solo queste le autorizzate ad eseguire lavori di ricostruzione sia nel pubblico che nel privato. «Con questo protocollo – ha spiegato Valente – vogliamo mettere le basi per standardizzare gli scambi di informazioni». «Qui c’è una squadra pubblica che si presenta sul territorio e questo mostra che lo Stato si sta muovendo per dare risposte». Valente ha infine spiegato che i soldi per la ricostruzione dei privati non passeranno nelle mani dei soggetti stessi, ma arriveranno all’impresa che eseguirà i lavori direttamente dal commissario straordinario. «Il protocollo – ha concluso – è un banco di prova e una best practice da esportate anche in altre regioni terremotate».

Una ricostruzione che coinvolge 138 comuni in totale, dei quali 84 nelle Marche. «Avremo un forte incremento delle pratiche presentate – ha detto il commissario Piero Farabollini – intanto stiamo lavorando sulle procedure». Una mole elevatissima di imprese che si adopereranno per la ricostruzione, per questo il commissario metterà a disposizione una piattaforma informatica per promuovere lo scambio di dati e informazioni. «Non possiamo più permettere che un terremoto sia così devastante nonostante la magnitudine sia stata così modesta. Serve ricostruzione di qualità e la piattaforma garantirà questo insieme al protocollo».

Il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Vito Crimi, ha posto l’accento sulla sensibilità dei procuratori nell’individuare modelli di collaborazione per instaurare scambi informativi e ha invocato la realizzazione di una Legge Quadro sulla ricostruzione per gestire il dopo emergenza che ha definito «un’esigenza sempre più pressante». «Occorre un modello di collaborazione che stia all’interno della legge», ha detto. Semplificare e accelerare dovranno essere le parole chiave della ricostruzione sisma nell’ambito delle procedure e non della sostanza.

«I controlli non devono passare dalle carte – ha detto – ma devono essere sulla sostanza». In questo quadro lo scambio di dati permetterà di velocizzare la ricostruzione. «Chi opera nei cantieri – ha spiegato Crimi – deve sapere che lo Stato è presente con tutte le sue strutture per vigilare su una ricostruzione che deve essere necessariamente di qualità in modo che non succedano più tragedie». Tra le misure immediate annunciate da Crimi, l’aumento del personale nei comuni, da utilizzare esclusivamente per la ricostruzione, oltre a misure volte ad accorciare i tempi e ad aumentare alcune soglie per applicare procedure più semplici agli appalti che hanno oneri più importanti. Crimi ha concluso che anche sui danni lievi i comuni potranno avere un ruolo da protagonisti.

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