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Rapporto LabMarche: pochi turisti stranieri e redditività in calo. Tartaglia: «Più investimenti e infrastrutture»

L’aspetto più negativo della stagione turistica 2017 riguarda lo scarso livello di internazionalizzazione, che nelle Marche è pari al 18%, molto al di sotto della media nazionale. È quanto emerge da LabMarche, promosso da Confcommercio Marche, in collaborazione con Univpm e UBI Banca

Da sin. Gian Luca Gregori, Nunzio Tartaglia, Massimiliano Polacco, Giacomo Bramucci

ANCONA – I turisti stranieri non scelgono le Marche e gli imprenditori turistici lamentano un diminuzione della redditività. È quanto emerge da LabMarche – Rapporto Terziario Marche sui risultati dell’andamento della stagione turistica 2017 e le prospettive future, promosso da Confcommercio Marche, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e UBI Banca.

L’aspetto più negativo della stagione turistica 2017 riguarda lo scarso livello di internazionalizzazione, che nelle Marche è pari al 18%, molto al di sotto della media nazionale. Il 70% degli imprenditori marchigiani del settore alberghiero (circa 180), interpellati nel rapporto, ritiene che la presenza di turisti stranieri nella propria struttura sia bassa o nulla, mentre il 90% del campione intervistato lamenta una diminuzione della redditività, anche in modo rilevante.

«Il peso del terziario è sempre maggiore – dichiara Giacomo Bramucci, presidente di Confcommercio Marche Centrali – ed è indispensabile questo Rapporto che indica l’andamento della stagione turistica e la rotta giusta da seguire». Le Marche sono una delle prime regioni italiane per tasso di imprenditorialità, con una componente molto importante (44,1%) nel settore terziario, ma le Pmi marchigiane sono in media troppo piccole per affrontare la competizione sui mercati internazionali. Una componente molto importante del terziario regionale è composta dal turismo, che nel 2017 (dati gennaio-settembre) ha registrato una flessione del 5% negli arrivi e dello 0,1% nelle presenze complessive, mentre sono aumentate le presenze (+8%) nelle strutture alberghiere. La diminuzione degli arrivi è stata più marcata nelle province di Ascoli, Fermo e Macerata, colpite dal sisma.

«I dati di LabMarche – dichiara Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche – mettono in luce la forte vocazione imprenditoriale di una regione, la nostra, che deve compiere un salto di qualità per competere nel mercato globale. In questa prospettiva diventa fondamentale il traino dei settori che sono il cuore della nostra rappresentanza e cioè il terziario, il commercio, il turismo, la logistica e i servizi. Anche l’attività manifatturiera si appoggia al terziario e ai servizi. Questo è il polo economico del futuro nel quale bisogna investire perché sarà il vero motore del rilancio marchigiano e non solo».

Altro aspetto critico riguarda l’occupazione delle strutture turistiche, con il 25% del campione che registra una diminuzione, a causa soprattutto del terremoto. Gli operatori valutano sufficiente per il 60% il livello qualitativo dell’offerta della propria struttura. Giudica buona o molto buona invece la strategia turistica della Regione solo il 10% del campione, mentre il 75% la valuta sufficiente o appena sufficiente. Male la burocrazia, il 74% la reputa eccessiva, e non molto bene neanche le infrastrutture giudicate appena sufficienti dal 52% del campione. Per aumentare il numero dei turisti stranieri, sostengono gli operatori, sarebbe necessario migliorare i collegamenti e le infrastrutture, soprattutto l’aeroporto, ma anche la promozione all’estero. Inoltre è stata sottolineata l’esigenza di riqualificare alcune aree strategiche e di creare una maggiore collaborazione tra pubblico e privato per realizzare eventi di più ampio respiro.

«La bellezza e la varietà del territorio rappresentano uno degli asset principali di cui le Marche dispongono – sottolinea Nunzio Tartaglia, responsabile della macro area Marche-Abruzzo di UBI Banca – e su cui va costruita una strategia integrata e ambiziosa perché se ne possa estrarre tutto il potenziale economico. Tale percorso è stato avviato, ma c’è davvero ancora tanto da fare, anche per recuperare gli effetti negativi che purtroppo il terremoto ha generato in questo ambito». Per Tartaglia, il «compito principale dell’economia è generare occupazione. Oggi il settore che crea maggiormente occupazione è il terziario, quindi è giusto investire in questo segmento. È necessario, dunque, valorizzare il brand Marche, poco conosciuto in Italia e all’estero, investire sulle infrastrutture e avere più strutture accoglienti».

«Vorrei sottolineare – dichiara Gian Luca Gregori, pro-rettore dell’Università Politecnica delle Marche – l’importanza del lavoro di analisi di LabMarche dal quale possiamo trarre considerazioni di indirizzo per lo sviluppo economico della nostra regione, da tempo non totalmente a trazione manifatturiera. C’è un terziario forte che ha bisogno di contare su sinergie pubblico-private per emergere con ancora più evidenza. Con particolare riferimento poi al turismo, acquisisce rilevanza analizzare la domanda attuale e potenziale, nonché misurare il reale impatto del comparto sul sistema economico regionale, al fine di programmare e implementare una specifica strategia».

 

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