Ancona-Osimo

Olio Igp Marche. Casini: «Risultato importante per raggiungere i mercati internazionali»

Al via la prima molitura certificata dalla Ue. La designazione di Indicazione geografica protetta è stata concessa all’olio extra vergine di oliva delle Marche nei mesi scorsi, a conclusione di un lungo iter che ha premiato l’olivicoltura regionale, le istituzioni e i produttori

Da sin. Luca di Maio e la vice presidente della Regione Anna Casini
Da sin. Luca di Maio e la vice presidente della Regione Anna Casini

ANCONA – Dopo un percorso ventennale, le Marche hanno ottenuto l’indicazione geografica protetta dell’Unione Europea e in questi giorni si stanno producendo i primi oli con la certificazione Igp Marche, sia mono che plurivarietali. L’aspettativa è per un olio di grande qualità, con un buon contenuto in polifenoli (antiossidanti naturali), dal gusto amaro e piccante, con le sostanze volatili tipiche di ciascuna varietà.

Un momento della conferenza stampa in Regione
Un momento della conferenza stampa in Regione

«Un grande risultato per le Marche – dichiara Anna Casini, vice presidente della Regione Marche e assessore all’Agricoltura – è importante che la qualità sia certificata per raggiungere i mercati internazionali. Gli olivicoltori marchigiani sono attenti alle produzioni, al trattamento e alla coltivazione e la biodiversità olivicola è estremamente ricca e variegata. Tutto ciò ha fatto sì che ottenessimo l’indicazione geografica protetta. Un risultato raggiunto grazie a un lavoro di squadra del ministero Agricoltura, della Regione, dell’Assam (Agenzia regionale per i servizi agricoli) e del Consorzio Marche Extravergine. Un grazie speciale va ad Antonio di Maio, già presidente del Consorzio, deceduto pochi mesi fa poco dopo la registrazione del marchio. In tutti questi anni si è speso per ottenere la registrazione Igp».

Commosso Luca di Maio che ha ricordato il padre Antonio. «Toccava ogni pianta di ulivo come se fosse una figlia – ha raccontato – e la sua speranza era che tutto quello che era riuscito a fare non andasse perduto. Sono certo che quello che ha iniziato mio padre sarà portato avanti da tante persone capaci, innamorate di questo lavoro». ll frantoio L’Olivaio di Valter Cestini produrrà un olio commemorativo della figura di Antonio.

La campagna oleicola è in corso e questo settore dell’agricoltura marchigiana coinvolge 25.458 aziende agricole (di cui 1.474 biologiche) su 44.866 totali, con una produzione media tra i 250 e i 350mila quintali di olive e tra i 35 e 50mila quintali di olio: l’1% della produzione nazionale ma di grande qualità, dove eccellono la Dop Cartoceto e, ora, la Igp Marche. Quest’ultima ha una diffusione territoriale che coinvolge il 76% della superficie regionale e il Disciplinare di produzione prevede la presenza di dieci varietà autoctone di olivo (Ascolana tenera, Carboncella, Coroncina, Mignola, Orbetana, Piantone di Falerone, Piantone di Mogliano, Raggia/Raggiola, Rosciola dei Colli Esini e Sargano di Fermo) oltre a Frantoio e Leccino che, pur essendo a diffusione nazionale, sono considerate di uso consuetudinario nel nostro territorio in cui sono presenti da oltre un secolo.

Sebbene a causa della siccità la quantità non sia abbondante, la qualità è molto alta grazie all’assenza della mosca dell’olivo che l’anno scorso ha creato problemi alle produzioni locali. L’olio Marche possiede caratteri qualitativi importanti, come bassa acidità (≤ 0,4%), elevato numero di polifenoli (superiori a 200 mg/kg) e acido oleico medio –elevato (≥ 72%), che lo pongono al top tra i 46 oli italiani registrati (42 Dop e 4 Igp). La certificazione Igp è stata riconosciuta il 20 aprile 2017 e al 30 settembre (scadenza per la presentazione delle domande di adesione al marchio nel primo anno) sono pervenute 68 richieste all’Autorità pubblica di controllo dell’Assam (Agenzia regionale per i servizi agricoli). Gli operatori che hanno presentato l’istanza ricoprono ruoli diversi nella filiera oleicola: la certificazione chiesta riguarda così 106 attività tra olivicoltori, frantoiani, confezionatori e intermediari. Sono in corso le ispezioni di verifica al disciplinare e, al 27 ottobre, risultano iscritti 37 operatori (23 olivicoltori, 19 frantoiani, 22 confezionatori).

Le tappe che hanno portato alla registrazione dell’Igp possono dividersi in due fasi. Dal 1993 al 2007 sono trascorsi 14 anni nel corso dei quali si è invano tentato di ottenere il riconoscimento prima di una Dop Marche e poi una Igp: richieste respinte perché l’olio risultava poco caratterizzato e il legame con il territorio non sufficientemente dimostrato. Il periodo 2013-2017 è stato focalizzato al solo riconoscimento dell’Igp (Indicazione geografica protetta), tralasciando di proporre una pluralità di Dop (Denominazione d’origine protetta): scelta che ha consentito di raggiungere il traguardo auspicato dagli olivicoltori marchigiani, in quanto l’Igp risulta una certificazione più idonea alla nostra realtà territoriale. «Il marchio – dichiara la Casini – favorirà l’olivicoltura regionale perché stimolerà nuove opportunità di reddito. La scelta del Psr (Programma di sviluppo regionale), che prevede la concessione di 400 euro a ettaro per gli oliveti con cultivar, cioè varietà, Igp, va nella direzione di incentivare le aziende a investire nella qualità».

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