Ancona-Osimo

Ivan Cottini ai giovani: «Scegliete di essere protagonisti della vostra vita»

Il modello e ballerino marchigiano malato di sclerosi multipla è stato ospite questa mattina (21 marzo) al Palaprometeo dell’assemblea di Istituto del Savoia – Benincasa di Ancona

ANCONA- «Talvolta ci vuole coraggio anche nel vivere». Ivan Cottini, modello marchigiano malato di sclerosi multipla è stato ospite questa mattina (21 marzo) al Palaprometeo dell’assemblea di Istituto del Savoia – Benincasa di Ancona. 34 anni, nato a Urbania (PU), dal 2013 lotta contro la forma più aggressiva di sclerosi multipla. Nonostante le difficoltà dovute alla malattia, Ivan ha deciso di non arrendersi e di vivere la sua vita da regista e protagonista. Spinto da un’incredibile voglia di vivere e dall’amore per sua figlia Viola, oggi è il primo malato al mondo con la sclerosi multipla a ballare. Nel corso degli anni è stato ospite di numerose trasmissioni televisive, ha partecipato ad Amici, a Tu Sì Que Vales e ad aprile lo vedremo a Ballando con le Stelle. Ivan ha incontrato Papa Francesco ed è anche il più giovane Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.

Un esempio di forza e di coraggio che ha portato agli studenti del Savoia-Benincasa un messaggio chiaro: «Ogni mattina abbiamo la possibilità di decidere come vivere: svegliarci da malati oppure svegliarci da protagonisti e abbattere i tanti muri che la vita ci mette davanti con la forza che abbiamo dentro. Io lotto per essere felice».

Il selfie finale

Di fronte a una platea di centinaia e centinaia di ragazzi, Ivan Cottini ha raccontato la sua storia e di come la sua vita è cambiata da quando ha scoperto la malattia. «Prima avevo il paraocchi. Non vedevo le cose belle che avevo, oggi invece apprezzo tutto quello che ho». Ha mostrato due video: nel primo ha ripercorso la sua vita con una serie di foto, nel secondo le sue performance di ballo. Spigliato e con la battuta sempre pronta, Ivan ha risposto alle domande degli studenti.

«In 30 anni è come se avessi vissuto tre vite. Fino a 27 anni facevo il modello e andavo a Uomini e Donne. Mi sentivo il più forte del mondo. Poi una mattina di aprile mi sono svegliato e non vedevo più da un occhio. Non mi sono spaventato, ho pensato che forse con la vita di eccessi che facevo era il caso di darmi una calmata. Invece, arrivata la sera non riuscivo più a stare in piedi, non avevo equilibrio- ricorda-. Nel giro di un mese avevo già la diagnosi: sclerosi multipla progressiva in stato avanzato. Purtroppo finché la lesione non colpisce il cervello non ci si accorge di essere malati. Il primo anno è stato molto difficile. La malattia mi mangiava il corpo ed io avevo smesso di vivere. Ero diventato pelle e ossa e non potevo più fare il modello. Anche la mia fidanzata mi aveva lasciato perché non se la sentiva più di starmi accanto considerato il degenerare della malattia.

Ivan Cottini racconta la sua storia

Poi una notte di dicembre mentre ero ricoverato in ospedale a Milano mi sono stancato. A 28 anni non ero pronto a fare il malato. Ho pensato alle parti del mio corpo che ancora funzionavano. Quella notte ho dato vita ad un Toga Party in ospedale e ho iniziato a combinarne di ogni (ride ndr). Ho avuto un’esplosione repentina e sono tornato protagonista e regista della mia vita. Poi con la nascita di mia figlia sono tornato a camminare e a correre. Faccio più cose oggi di prima. Sono il primo malato di sclerosi a ballare, fino a cinque anni fa non lo avevo mai fatto. Ho scoperto questa passione per caso, a una serata di beneficenza. La danza mi fa prendere a calci questa malattia che vorrebbe tenermi bloccato e cancellarmi la memoria. Secondo i medici dovrei starmene a casa seduto a fare le terapie. Anche i miei genitori non sono d’accordo perché mi sono infortunato più volte. Per me invece è importante, quando danzo non mi sento malato».

Gli studenti del Savoia Benincasa al Palaprometeo per l'incontro con Ivan Cottini
Gli studenti del Savoia Benincasa al Palaprometeo per l’incontro con Ivan Cottini

Ivan ha raccontato anche del suo desiderio di diventare padre. «Ho conosciuto la madre di Viola in ospedale. Volevo diventare padre quindi per nove mesi ho abbandonato le cure. Ciò ha provocato un’accelerazione della patologia ma poi è arrivata Viola. Lei è la mia cura».

Rispondendo alla domanda di uno degli studenti riguardo i suoi numerosi tatuaggi, Ivan Cottini ha spiegato che «questa malattia colpisce la memoria. Mi sono tatuato tutte le cose belle della mia vita per ricordarmele. La maggior parte dei tatuaggi riguardano mia figlia, ad esempio il suo primo ciuccio, il suo piedino. La cosa che mi fa più paura è quella di non veder felice Viola e di non vederla crescere».

Un momento dell’incontro

Infine ha esortato i giovani a non essere svogliati e a tirare fuori la propria personalità. Prima di andare, Ivan ha scattato un “mega” selfie con tutti gli studenti.

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