Ancona-Osimo

Italia Nostra: «Vigilanza dei cittadini sull’inquinamento e acquisto di strumenti portatili per controllo della qualità dell’aria»

In mancanza delle centraline, l'associazione annuncia l'acquisto di strumenti portatili di controllo dei principali inquinanti. Intanto, nel porto, entro la fine dell'anno sarà realizzato il nuovo terminal doganale allo Scalo Marotti e ciò permetterà di spostare i mezzi pesanti dal molo Rizzo

ANCONA – Da cinque anni non esistono sistemi di controllo sul livello dell’inquinamento, a parte «l’inutile centralina» collocata al parco della Cittadella, e per questo motivo il Consiglio Direttivo di Italia Nostra Ancona ha deciso di promuovere l’acquisizione di strumenti portatili di controllo dei principali inquinanti che possano servire a monitorare nelle strade anconetane il PM 10 e il PM 2,5, in modo da attivare una campagna di “scienza insieme ai cittadini”, la “Citizen Science“.

Maurizio Sebastiani, presidente Italia Nostra (sezione di Ancona)

«Si tratta di un’iniziativa – spiega Maurizio Sebastiani, presidente Italia Nostra (sezione di Ancona) – già diffusa in altri paesi europei per aprire la strada a strumenti integrativi, in linea con le direttive europee che prevedono anche l’utilizzo di sistemi mobili concepiti per creare una rete più diffusa e capillare». Tutto è nato nel 2011, quando tre stazioni di rilevazione dello smog di Ancona (Porto, Torrette, via Bocconi) su quattro segnalarono il superamento dei limiti posti dalla normativa italiana ed europea alle PM 10, ponendo la «nostra città tra quelle più inquinate d’Italia. Poi il “miracolo”: chiuse le tre centraline il problema dell’inquinamento è scomparso dal momento che è rimasta attiva dal 2013 solo l’unica stazione che non ha mai superato il limite dei 35 sforamenti/anno e che rileverebbe l’inquinamento “di fondo”, collocata all’interno del Parco della Cittadella. L’Amministrazione comunale ha pervicacemente proseguito da allora nel tenere all’oscuro i cittadini (e se stessa) dei livelli di inquinamento atmosferico». Ecco che dopo anni di sottovalutazione del problema, Italia Nostra ha preso l’iniziativa.

La sezione di Ancona, che aderisce anche all’associazione “Cittadini per l’aria”, parteciperà infatti anche all’iniziativa che misurerà il grado di inquinamento da NO2 nell’area portuale di Ancona così come avverrà, in contemporanea, in altre città portuali. «Contiamo quindi di iniziare a pubblicizzare a breve i reali livelli puntuali di inquinamento – continua Sebastiani – in modo da permettere di conoscere la verità, in assenza di interventi del Comune che, anche quale autorità di sanità pubblica, pensa ancora a realizzare ulteriori parcheggi in centro». Tra i gas che respiriamo ogni giorno, uno dei più pericolosi è infatti il biossido di azoto (NO2) e i principali responsabili sono i veicoli diesel.

Porto di Ancona

Intanto l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale sta lavorando per diminuire l’inquinamento nell’area portuale. Entro la fine dell’anno sarà realizzato il nuovo terminal doganale allo Scalo Marotti e ciò permetterà di spostare i mezzi pesanti dal molo Rizzo (porto antico) allo scalo Marotti. Ciò consentirà di risparmiare circa 60mila km all’anno percorsi all’interno del porto da parte dei tir e i lavori (3milioni e 660mila euro) per la realizzazione degli impianti tecnologici del nuovo terminal, sono in fase di affidamento. «Siamo contenti che presto ci sarà una riduzione della presenza dei tir nel porto storico – continua Sebastiani – e che sarà realizzato un fascio di nuovi binari fin sotto il bordo delle navi, che ridurrà il trasporto su gomma».

Inoltre il porto storico è coinvolto nel progetto Iti Waterfront 3.0, che prevede la realizzazione di una nuova illuminazione che ridurrà i consumi energetici, grazie a tecnologie illuminotecniche con fonti luminose ad alto risparmio energetico ed alta durata, dotate di sistemi intelligenti autoregolanti e capaci di ridurre l’inquinamento luminoso.

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