Ancona-Osimo

Da cuore artificiale a cuore artificiale: a Torrette il primo intervento in Italia

Si è trattato del primo intervento in Italia e del quarto al mondo, quello eseguito all’ospedale di Ancona, che ha avuto per oggetto la sostituzione di un cuore artificiale con un altro cuore artificiale, in un uomo marchigiano di 70 anni. L’operazione perfettamente riuscita è stata eseguita da una equipe multidisciplinare del Lancisi

Il paziente, a sinistra, Ennio Carassai con il team medico che ha realizzato il trapianto
Il paziente, a sinistra, Ennio Carassai con il team medico che ha realizzato il trapianto

ANCONA– Un intervento che non ha precedenti in Italia, quello presentato questa mattina (14 marzo) presso la Direzione Generale degli Ospedali Riuniti di Ancona e che ha avuto per oggetto la sostituzione di un cuore artificiale malfunzionante con un altro di ultima generazione. Un’operazione che colloca il Lancisi di Ancona tra le eccellenze del panorama sanitario nazionale e internazionale.

Un momento della conferenza stampa sul trapianto da cuore artificiale ad un altro di ultima generazione. Da sinistra, Marco Di Eusanio, Gian Piero Perna, Christopher Munch, e il paziente Ennio Carassai
Un momento della conferenza stampa sul trapianto da cuore artificiale ad un altro di ultima generazione. Da sinistra, Marco Di Eusanio, Gian Piero Perna, Christopher Munch, e il paziente Ennio Carassai

Realizzato solo altre quattro volte al mondo, in Germania e negli Stati Uniti, l’intervento è stato eseguito nell’agosto 2017 da un’equipe multidisciplinare guidata dal direttore SOD (Struttura Organizzativa Dipartimentale) Cardiochirurgica Marco Di Eusanio, dal direttore Sod Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica Christopher Munch e dal direttore Sod Cardiologia Gian Piero Perna. Un’operazione di elevata complessità, che ha impegnato oltre 30 medici tra cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi intensivisti, otorinolaringoiatri, gastroenterologi, infettivologi, fisiatri, fisioterapisti e infermieri. Una squadra che ha seguito il paziente durante la fase operatoria e post operatoria.

Ennio Carassai
Ennio Carassai

Il paziente, Ennio Carassai, al quale è stato impiantato il cuore artificiale di ultima generazione è un marchigiano, originario della provincia di Macerata, affetto da una grave forma di cardiopatia dilatativa su base ischemica. Il 70 enne sei anni prima aveva subito un infarto che lo avevo condotto in una condizione di scompenso cardiaco, per la quale si era reso necessario l’impianto di un cuore artificiale (HeartMate2), eseguito presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Dopo circa quattro anni dal primo intervento, il VAD (Dispositivo di Assistenza Ventricolare) ha iniziato ad avere problemi di malfunzionamento a causa di trombosi recidivanti alla terapia medica. Questo ha reso necessaria la sostituzione della pompa con una più recente (HeartMate3).

«Questo intervento – ha spiegato Michele Caporossi, direttore dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona –  rappresenta un segnale forte di innovazione nella salute. Innovazione intesa come volontà di cercare soluzioni. Le Marche, hanno le carte in regola per essere un sistema che funziona come eccellenza. Si sta creando una grande rete, quella del sistema cardiovascolare, dove il Lancisi registra dati positivi sia in termini numerici sia per gli esiti». Una Unità, quella della cardiochirurgia che è fra le primissime in Italia, come ha sottolineato Caporossi. «Stiamo procedendo con l’attuazione delle sale ibride, per le quali la Regione Marche ha già stanziato 7 milioni di euro. Locali che consentiranno di intervenire sui pazienti, trattandoli nella stessa sala dal punto di vista fisiologica, ischemico e aortico».

L’Ospedale di Torrette negli ultimi anni, ha spiegato il direttore dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, è oggetto di un’azione di miglioramento del percorso di cura, al centro del quale c’è il paziente con i suoi bisogni di salute. Caporossi ha sottolineato la necessità di porre attenzione a quanto di positivo si può ancora realizzare e non solo a quello che non va, «la ricetta per il futuro è il pensiero positivo – ha concluso – è questo lo spirito che ci anima».

Nel dettaglio, l’intervento eseguito a Torrette è consistito nell’isolamento del cuore e della vecchia pompa disfunzionante. Al paziente, dopo essere stato collegato ad una macchina cuore-polmoni, sono stati sostituiti il cuore artificiale e una valvola aortica malfunzionante.

Grande soddisfazione è stata espressa per la riuscita dell’intervento, dal direttore della SOD Cardiochirurgica Marco Di Eusanio, il quale ha voluto lanciare ai cittadini marchigiani il messaggio che i pazienti affetti da scompenso cardiaco avanzato possono essere curati ad Ancona, perché «i risultati sono talmente buoni che i viaggi della speranza non sono più giustificati».

Nel mese di maggio l’equipe sarà nuovamente coinvolta: si sta preparando infatti all’esecuzione di altri due nuovi interventi similari a quello già eseguito su Carassai.
«Il paziente scompensato – ha precisato il direttore della Sod Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica Christopher Munch – è un frequent flyers, ossia un paziente che entra ed esce dall’Ospedale. Il nostro obiettivo è quello di accorciare l’ospedalizzazione, un’azione che si traduce in una riduzione dei costi, in una maggior disponibilità di posti letto e nella possibilità per il paziente di tornare a casa prima».

Un commosso ed emozionato Ennio Carassai, ha ringraziato l’equipe e il personale sanitario, per le cure e l’assistenza ricevute: «questo ha fatto sì che il mio ricovero sia stato meno penoso». La scelta dell’uomo è caduta sulla struttura di Torrette non solo perché vicina a casa. È stata soprattutto una scelta operata sulla fiducia nei confronti di una equipe medica e sanitaria tra le più preparate e competenti in Italia.

La preparazione e l’umanità del personale medico e sanitario sono state evidenziate anche dal presidente della IV Commissione Sanità Regionale Fabrizio Volpini, il quale ha sottolineato che svolgono non solo un ruolo professionale ma anche un ruolo umano. Volpini, guardando al passato ha ricordato come all’inizio del mandato della giunta regionale ci furono molte mozioni e interrogazioni sul degrado dell’Ospedale di Torrette: «abbiamo risposto con i fatti, con l’assunzione di professionisti capaci e con la collaborazione che ha creato un clima di squadra. Non possiamo che rallegrarci per la qualità delle prestazioni e per le prospettive future, con l’auspicio di diventare noi, meta dei viaggi della speranza».

Il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Sauro Longhi, ha sottolineato che il successo dell’intervento rappresenta un «bellissimo esempio di integrazione tra due eccellenze: l’Agenzia Ospedali Riuniti e l’Università Politecnica delle Marche, in questo caso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Una collaborazione che cercherò di rafforzare in un unicum che permette di sviluppare ottimi livelli di integrazione e che genera grandi risultati. La nostra regione è costituita da tante eccellenze. Un modello sociale di accoglienza e assistenza che può essere esportata anche fuori regione».

Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, ha sottolineato la crescita coerente degli Ospedali Riuniti, che all’aumento degli interventi cardiaci, passati da 700 a 1400 l’anno, ha fatto seguire un potenziamento dei posti letto nella riabilitazione cardiologica. Una scelta, quella dell’Amministrazione Regionale che ha puntato sull’avere pochi centri, ma di qualità, strategia che ha permesso di «dare risposte di eccellenza ai marchigiani, evitando loro di andare a curarsi fuori regione».

 

 

 

 

 

 

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