Ancona-Osimo

Caccia: il governo impugna la legge regionale

Al centro del contendere la modifica introdotta dalla Regione secondo cui l'annotazione dei capi abbattuti sul tesserino di caccia deve avvenire solo dopo l'accertamento dell'abbattimento

ANCONA – Prosegue il tira e molla sulla questione caccia tra associazioni ambientaliste e Regione. Questa volta è il Governo che davanti alla Corte Costituzionale ha impugnato la Legge regionale 44/18. Al centro del contendere la modifica introdotta dalla Regione secondo cui l’annotazione dei capi abbattuti sul tesserino di caccia deve avvenire solo dopo l’accertamento dell’abbattimento.

Una previsione, che secondo LAC, WWF, LIPU, ENPA e LAV Marche viola la legge nazionale che prescrive l’annotazione del capo immediatamente dopo l’abbattimento. Inoltre, secondo il Governo, la legge emanata dalla Regione “non rispetta i vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e invade la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema. Ne consegue la violazione dell’articolo 117, primo comma e secondo comma, lettera s), della Costituzione“.

Dopo la sospensione della caccia nei siti di Rete Natura 2000 disposta prima dal Consiglio di Stato e successivamente dal Tar, arriva l’impugnativa da parte del Governo alla quale hanno contribuito, ancora una volta le associazioni ambientaliste che hanno inviato al Ministero dell’Ambiente un dettagliato esposto, motivando gli  aspetti di «conflitto istituzionale tra le competenze della Regione Marche e dello Stato», come si legge in una nota congiunta diramata dalle associazioni.

Caccia

«Come avevamo previsto – commenta  il delegato regionale della Lac, Lega Abolizione Caccia, Danilo Baldini – anche il Governo, a cui le nostre associazioni si erano appellate, ha dato torto alla Regione Marche sulla caccia».

«Ma questo è solo l’inizio – prosegue Baldini – perché a breve il Governo impugnerà anche la Legge Regionale delle Marche n. 46/2018, quella che in pratica ha permesso nuovamente la caccia nelle aree SIC-ZSC e ZPS della rete Natura 2000, aggirando le due ordinanze del Consiglio di Stato e del TAR che invece avevano vietato la caccia, accogliendo i ricorsi delle nostre associazioni.
In questo caso ad essere violata da parte della Regione, oltre che la competenza statale, è anche quella Comunitaria, in quanto le aree della rete Natura 2000 sono state individuate in base a due Direttive comunitarie, la Direttiva “Habitat” e la Direttiva “Uccelli”».

«La nostra battaglia non finisce qui – chiosa il delegato Lac – perché con il nostro avvocato Tommaso Rossi abbiamo anche ripresentato ricorso al TAR contro l’ultima modifica del calendario venatorio e lo stesso legale ha anche depositato, per conto delle nostre associazioni, un esposto alla Procura della Repubblica di Ancona contro la Regione Marche». La fauna, ricordano le associazioni di tutela, «non è proprietà dei cacciatori ma un patrimonio prezioso di tutti i cittadini».

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