Ancona-Osimo

Appalti ferroviari, domani il terzo sciopero

«Il settore è colpito da anni da una grave crisi economica conseguente alle scelte delle società del Gruppo Fs di frammentare oltre misura i lotti ed accettare ribassi eccessivi nelle gare», spiegano le segreterie generali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, ugl Taf, Slm Fast Confsal. Ecco cosa si chiede

La stazione di Ancona (foto Wikipedia)

ANCONA – Alle ore 23.59 di oggi tutte le lavoratrici e i lavoratori incroceranno le braccia per chiedere maggiori garanzie e tutele nel settore. Domani, venerdì 26 ottobre, scioperano infatti gli addetti ai servizi di pulizia dei treni e delle stazioni, del ristoro e accompagnamento notte degli appalti ferroviari che si fermano per l’intera giornata effettuando solo i servizi minimi previsti dalla legge 146/90. Quello di assistenza disabili resta garantito. «Il settore è colpito da anni da una grave crisi economica conseguente alle scelte delle società del Gruppo Fs di frammentare oltre misura i lotti ed accettare ribassi eccessivi da parte degli appaltatori, rinunciando così alle economie di scala possibili solo con gli accorpamenti»spiegano le segreterie generali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, ugl Taf, Slm Fast Confsal.

Che spiegano. «Durante le gare, le valutazioni delle offerte da parte delle committenze avvengono senza tenere conto del costo del lavoro previsto dal contratto della mobilità attività ferroviarie, anche perché le tabelle di costo orario sulle quali andrebbero effettuate le valutazioni di congruità non sono state mai pubblicate dal Ministero del Lavoro, nonostante siano state concordate fra le parti stipulanti nel Contratti di lavoro collettivi del 16 dicembre 2016. Quindi, viene vanificata la clausola sociale e contrattuale concordata tra sindacato e Confindustria sui tavoli del contratto dei ferrovieri in un’ottica di inclusione.

In questo ambito, la pratica dei subaffidamenti da parte dei grandi consorzi nazionali, pur essendo perfettamente legittima, aumenta le criticità legate alla sostenibilità economica dei lotti, in quanto nella catena dei subappaltatori si riducono i profitti. Questo produce un ricorso inevitabile agli ammortizzatori sociali e il decadimento della qualità del servizio, oltre alle violazioni contrattuali da parte degli appaltatori, fino all’applicazione di contratti diversi da quello previsto, e i ritardi cronici nei pagamenti degli stipendi.

La committenza FS, di proprietà interamente pubblica, non sta dimostrando alcuna responsabilità sociale di fronte al 20% di esuberi dichiarati a livello nazionale su un totale di 10mila addetti circa».

E ancora: «La fine degli ammortizzatori sociali, prevista dal jobs act per il 24 settembre scorso (quando scadevano i 36 mesi dei contratti di solidarietà), potrebbe trovare solo una parziale soluzione nella proroga di 12 mesi contenuta nel decreto fiscale, che resta però solo un pannicello caldo in quanto non costituisce una soluzione strutturale ma solo temporanea, mentre le Organizzazioni Sindacali a tutti i livelli invocano da anni l’apertura di un tavolo di confronto con il Gruppo FS atto a concordare soluzioni strutturali per fare uscire questo settore dalla crisi in cui versa da troppi anni.

Il sindacato e i lavoratori chiedono con forza l’accorpamento dei lotti, l’applicazione delle tabelle di costo nelle valutazioni per gli affidamenti delle gare, la fine dei subaffidamenti senza criteri, insieme ad una verifica dei volumi di attività per il miglioramento della qualità dei servizi ai viaggiatori».

 

 

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