Ancona-Osimo

Ombre sulla variante ex Metro, la Procura apre un’inchiesta: 4 indagati

Contestato l'abuso d'ufficio ad un imprenditore, un dirigente del Comune di Ancona, un dirigente dell'Agenzia delle Entrate e un suo funzionario. Tutto è partito da un esposto fatto dal consigliere comunale Stefano Tombolini, candidato sindaco per il centrodestra alle prossime amministrative

L'ex Metropolitan ad Ancona
L'ex Metropolitan ad Ancona

ANCONA – Un esposto sulla variante dell’ex cinema Metropolitan fa aprire un’inchiesta per abuso d’ufficio: indagati un imprenditore, un dirigente del Comune, un dirigente dell’Agenzia delle Entrate e un suo funzionario. Al vaglio della Magistratura ci sarebbero tre perizie effettuate sull’ex cinema di corso Garibaldi, di proprietà della Metropolitan Building, che avrebbero svalutato a distanza di pochi anni il valore economico dell’immobile al momento di concedere la variante al Prg. Una svalutazione quindi del plusvalore che la proprietà dell’immobile ha corrisposto poi al Comune per ottenere la famosa variante al piano regolatore che nel 2015 portò ad eliminare, nel progetto definitivo di recupero, la sala polivalente per spettacoli da 700 posti indicando al suo posto solo uno spazio culturale da 300 posti.

Per quella variante i soldi chiesti dal Comune alla Metropolitan Building sono stati 530mila euro contro i 3 milioni e 900mila euro valutati in precedenza della prima perizia fatta nel 2008 e contro i 3 milioni e 200mila euro della seconda perizia del 2010. Una svalutazione dell’83%. Sia la prima che la seconda perizia erano state fatte sulla cancellazione totale però della sala spettacolo. Tutte e tre le perizie, quindi anche l’ultima del 2015, portano la firma dell’Agenzia delle Entrate, incaricata della valutazione dal Comune.

Stefano Tombolini
Stefano Tombolini

I dubbi sulla svalutazione sono stati sollevati dal consigliere comunale di minoranza Stefano Tombolini, oggi candidato sindaco del centrodestra per le prossime amministrative. Tombolini ha presentato un esposto il 5 agosto 2015 alla Procura, alla guardia di finanza e alla Corte dei Conti, allegando le tre perizie. L’esposto è stato fatto sull’ultima, quella del 5 giugno 2015 che ha permesso l’approvazione della variante all’ex Metro e il pagamento della proprietà dell’immobile di 530mila euro facendo rimettere, secondo il contenuto dell’esposto, milioni di euro al Comune.

Così è partita l’indagine della guardia di finanza e l’apertura del fascicolo in Procura.
«L’Amministrazione e la parte politica – commenta Tombolini – hanno adottato una variante e poi non hanno ritenuto di approfondire l’aspetto formale e sostanziale creando un danno alla collettività. L’entrata di minori soldi crea un buco importante nel bilancio comunale. A mio avviso è stato fatto uno sconto ad una proprietà privata per fargli ultimare i lavori ed evitare un’incompiuta. Non è però che per togliere una cosa brutta dalla vista della città si deve arrivare a svalutare l’immobile».
Nell’esposto del consigliere si sottolinea come la riduzione dei posti a 300 abbia determinato anche una minore superficie occupata dallo spazio culturale, pari a 512 metri quadrati, contro i 2.426 metri quadrati previsti per la sala da 700 posti. «Così il privato proprietario dell’immobile ha una maggiore cubatura a disposizione per farci altro – dice Tombolini – cubatura che acquista un maggiore valore commerciale».
Dopo l’esposto la Procura ha aperto un fascicolo a luglio 2017 e dopo i primi sei mesi di indagini il pm Marco Pucilli ha chiesto una proroga notificata agli indagati per nominare un consulente che dovrà analizzare le perizie. «Ancora non abbiamo avuto accesso agli atti – commenta l’avvocato Claudia Cardenà che difende l’imprenditore indagato – e il mio assistito non sa per quale motivo è indagato per abuso di ufficio. C’è stata solo notificata la proroga delle indagini».

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