Ancona-Osimo

C’era una volta l’Assam, adesso c’è una discarica

L'area davanti all'ingresso della vecchia sede dell'agenzia servizi settore agroalimentare, in via Alpi, è terra di nessuno. Viene abitualmente utilizzata per scaricare materiali ingombranti e di risulta. In alcuni ci sono ancora le etichette del mittente, non difficile da rintracciare

L'area davanti alla ex sede Assam in via Alpi: una discarica a cielo aperto (foto Marina Verdenelli)
L'area davanti alla ex sede Assam in via Alpi: una discarica a cielo aperto (foto Marina Verdenelli)
Uno dei gatti che popolano l'area in degrado in via Alpi (foto Marina Verdenelli)
Uno dei gatti che popolano l’area in degrado in via Alpi (foto Marina Verdenelli)

ANCONA – Al suo interno ormai non c’è più niente da rubare. Fuori è terra di nessuno, trasformata in una discarica permanente e dove poco lontano si rifugiano i gatti di una colonia felina, protetta. Benvenuti in via Alpi 21, all’ex sede Assam, tra il Pinocchio e Posatora. L’immobile, che ha ospitato gli uffici dell’agenzia servizi settore agroalimentare fino al 2010, è ormai fatiscente e l’ingresso è diventato una discarica permanente.

Lavandini, bombole, taniche, letti per bambini, scatoloni, cassette di plastica e materiale edile di scarto occupano l’area davanti al cancello. Una discarica a cielo aperto che aumenta di dimensioni, di giorno in giorno. Tra le cose buttate via spiccano anche documenti personali come polizze assicurative di veicoli, con tanto di nome e cognome degli intestatari. E ancora, gli scatoloni per imballaggi ingombranti hanno ancora l’etichetta dell’azienda di spedizione e le generalità del mittente e del destinatario che potrebbe essere responsabile di aver scaricato il materiale in una zona non consentita.

I rifiuti abbandonati
I rifiuti abbandonati

In passato i riflettori della cronaca si sono più volti accesi sul sito in questione, perché in uno stato di forte degrado tanto che anche “Striscia la Notizia” aveva fatto un servizio sull’area, con gli inviati Fabio e Mingo.
L’edificio, dopo la chiusura degli uffici, era stato stato preso di mira dai ladri di rame, e depredato di ogni cosa utile per rivenderla al mercato nero: cavi, fili elettrici, pannelli, plafoniere, lavandini e mobilio vario. Quanto dovrà rimanere così?

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