Ancona-Osimo

Coltivare la Biodiversità, un seminario all’Università di Ancona

L'occasione per parlare con esperti del settore, di benefici ambientali, sociali, economici e culturali del cambiamento di modello produttivo in agricoltura

ANCONA – Al via dal 28 al 30 novembre il seminario “Coltivare la biodiversità” che si terrà all’Università Politecnica delle Marche, Sala Azzurra. L’occasione per parlare con esperti del settore, di benefici ambientali, sociali, economici e culturali  del cambiamento di modello in agricoltura. Un argomento quello della biodiversità che sta destando molto interesse nel paese, tanto che in diverse città d’Italia sono stati organizzati appuntamenti simili a quello che si terrà nell’ateneo dorico.

Promotore dell’iniziativa è il professor Fabio Taffetani, docente di Botanica sistematica dell’università Politecnica delle Marche e direttore dell’Orto Botanico Selva di Gallignano: «La biodiversità degli agro-ecosistemi, della quale viene spesso considerata solo la porzione costituita dalle varietà coltivate, è costituita soprattutto dalle forme di vita animale e vegetale del suolo e della superficie dei territori coltivati (in quanto rappresentano la capacità ambientale portante). Oggi sappiamo quello che i nostri nonni avevano acquisito sul campo al costo di una lunga serie di errori e correzioni e cioè che il patrimonio più importante di un’azienda agricola è il suolo e la sua vitalità, e come questo tesoro sia strettamente collegato alla ricchezza di vita che coltiviamo e che permettiamo di svilupparsi nel nostro intorno rurale (quello che oggi chiamiamo agro-ecosistema, ma di cui nessuno si pre-occupa, se non nel misurare le conseguenze nefaste a livello locale e globale)».

Altra questione centrale degli incontri è relativa alle agricolture sostenibili: «Sono quelle che hanno come primo ed inderogabile obiettivo la salvaguardia del suolo e della biodiversità sia delle coltivazioni che degli ambienti rurali, quelle che non usano veleni e chimica di sintesi, che non eliminano piante e animali solo perché tra di loro si trovano organismi considerati dannosi, ma si sforzano di utilizzare e rafforzare quegli equilibri naturali che svolgono un servizio gratuito ed efficiente a vantaggio dei processi produttivi. Tra le forme di agricoltura sostenibile ci sono purtroppo tutte quelle che non hanno accesso, affatto o in forma largamente inadeguata, a fondi di ricerca o alla collaborazione con enti che si occupino della ricerca».

Il seminario inizierà mercoledì 28 novembre dalle 10 alle 13 (info e dettagli su www.ortobotanico.univpm.it/news), con il professor Taffetani, Giuseppe Corti dell’Univpm, Adele Finco dell’Univpm, lo scrittore Roberto Brioschi, Ilse Maria Ratsch dell’Ospedale Salesi e Renata Alleva dell’Istituto Rizzoli Bologna.

 

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