Ancona-Osimo

All’Inrca anziani in palestra con “Sprint-t”

Attività fisica in palestra nell'ambito del progetto europeo "Sprint-t" (Foto: Inrca)

ANCONA- All’Inrca anziani in palestra con “Sprint-t”, il progetto europeo che mira a contrastare ‘sul nascere’ la fragilità fisica e l’indebolimento muscolare, primi campanelli d’allarme di un cattivo invecchiamento. Lo studio clinico, il più vasto al mondo, vede coinvolti l’Irccs Inrca – Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani – di Ancona, l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico “Gemelli” di Roma, capofila del progetto, e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. La sperimentazione coinvolgerà più di 70 persone per centro. Sprint-t interesserà oltre 1500 anziani e 80 ricercatori di 11 Paesi europei e vede la collaborazione di 16 tra i principali centri di ricerca in campo geriatrico d’Europa. Al termine dello studio si confronteranno i risultati ottenuti in tutti i paesi coinvolti nel progetto. All’Inrca, gli anziani partecipanti al progetto sono 150. Per due anni faranno attività fisica due volte a settimana seguiti da esperti, avranno consigli nutrizionali personalizzati e utilizzeranno dispositivi indossabili per misurare i metri percorsi ed elaborare i programmi di allenamento.

«Vogliamo capire se con l’attività fisica e con una corretta alimentazione, si possano allentare fenomeni legati alla fragilità. Le persone fragili sono quelle che rischiano di perdere autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane. Perdono forza e massa muscolare (sarcopenia), diventano meno autonome nel magiare  e nel vestirsi da sole, nel fare la spesa, nel lavarsi- spiega Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico dell’Inrca –. Negli Stati Uniti è stato fatto uno studio simile. I risultati hanno mostrato che un’attività fisica regolare può allentare la fragilità». Per la dott.ssa Lattanzio “Sprint-t” rappresenta una svolta nella ricerca geriatrica in quanto la sfida è educare le persone ‘fragili’ che si avviano alla terza età, ad uno stile di vita sano e attivo. «Lo studio sperimenta l’efficacia di un programma biennale che combina corretta alimentazione, attività fisica e aiuto della tecnologia, nel mantenere un vigore fisico tale da prolungare l’autonomia nel movimento- afferma la dott.ssa Lattanzio–. Mediante appositi test di screening sono stati inseriti nel programma anziani ancora in buona salute ma non abituati a praticare attività motoria, più a rischio di andare incontro a conseguenze negative negli anni».

Mantenere l’efficienza dei muscoli è essenziale per sostenere il metabolismo, le difese immunitarie e la vitalità. «La sarcopenia, ovvero la perdita progressiva di massa e forza muscolare è una condizione tipica dell’età e non esistono farmaci per curarla. Colpisce il 30% degli adulti sopra i 60 anni e il 50% sopra gli 80 anni. Solo in Italia interessa oltre 5 milioni di persone – chiarisce Antonio Cherubini, Responsabile Geriatria e Accettazione Geriatrica d’Urgenza dell’Inrca– . È la causa principale della fragilità fisica, che comporta un maggior rischio di cadute, disabilità e non autosufficienza. Grazie allo studio si tenterà così di identificare un trattamento specifico per la fragilità fisica, individuando i segnali che permetteranno in futuro di intervenire sul paziente prima che sopraggiungano importanti disabilità». Una priorità per i sistemi sanitari nazionali, in quanto gli anziani con una mobilità compromessa necessitano di livelli di cure elevate e hanno maggiori probabilità di ammalarsi.

Attività fisica, progetto Sprint-t
(Foto: Inrca)

I partecipanti allo studio vengono divisi in due gruppi: metà degli anziani segue un programma che include, oltre a 45 minuti di attività in palestra due volte a settimana, con esercizi aerobici, di resistenza ed equilibrio, una valutazione periodica dello stato nutrizionale e il monitoraggio dell’attività fisica giornaliera, grazie ad un dispositivo indossabile con accelerometro (orologio da polso o fascia elastica). L’altra metà partecipa una volta al mese a seminari di educazione alla salute uniti a esercizi di stretching. Nell’arco della sperimentazione verrà comparata l’evoluzione delle condizioni fisiche dei due gruppi, rispetto alla capacità di spostarsi autonomamente, alla probabilità di cadere, di ammalarsi e di far ricorso a strutture assistenziali. Per partecipare ai test è necessario aver compiuto almeno 70 anni e svolgere un percorso di screening. Oltre alla visita medica, si devono superare diversi test di performance fisica tra cui l’Sppb, composto da tre prove.

Nella prima si chiede di mantenere l’equilibrio in tre posizioni, via via più difficili. La seconda, il “test del cammino” consiste nel camminare per 4 metri alla velocità abituale, mentre la terza consiste nell’alzarsi 5 volte da una sedia senza l’aiuto delle braccia. Solamente chi consegue un punteggio complessivo tra 3 e 9 – in una scala da 0 a 12 – può proseguire nei test: gli altri sono persone o troppo in salute o troppo fragili. Coloro che superano la prima fase vengono sottoposti ad un’ulteriore valutazione, ovvero nel percorrere 400 metri in un tempo massimo di 15 minuti. L’ultimo esame è la misurazione della massa muscolare con tecnica Dexa. Per partecipare allo screening si può telefonare allo 071 800 3719 oppure scrivere a sprintt@inrca.it. È attivo anche un servizio di trasporto gratuito di andata e ritorno dalla palestra dell’Inrca e il domicilio dei partecipanti residenti in un raggio di 20 Km dall’ospedale.

Ti potrebbero interessare